Andrea Lattuca
search
pages

Fotografi Siciliani

date » 16-08-2018 15:24

permalink » url

Nuovo spazio sul mio blog dedicato ai fotografi siciliani.

Il primo è l'ennese Fabio Marino
Fabio Marino
http://www.fabiomarinophoto.it/

Il secondo fotografo siciliano ospite nel mio blog è:
Gaetano Belverde, fotografo e giornalista.
http://www.gaetanobelverde.it/index.htm

Gabriele Croppi, NEW YORK, Metaphysics of the Urban Landscape

date » 23-02-2018 20:31

permalink » url

Gabriele Croppi, NEW YORK, Metaphysics of the Urban Landscape

I dieci insegnamenti di William Klein sulla Street Photography - Klein Vs Bresson

date » 23-02-2018 19:34

permalink » url

Dal Blog di Marco Crupi

L'articolo originale 10 Lessons William Klein Has Taught Me About Street Photography è scritto da Eric Kim, io ne ho tratto spunto e l'ho rielaborato secondo la mia visione della Street Photography.

William Klein si ribellò contro gli stili e le regole fotografiche ufficialmente riconosciute ai suoi tempi, all'epoca imperavano Henri Cartier-Bresson e altri "classici" della fotografia di strada. Dal suo lavoro possiamo imparare molto sulla Street Photography, esattamente 10 regole!

1. Non aver paura di fotografare da vicino

Questo primo punto mi fa venire in mente una citazione di Robert Capa: "Se le tue fotografie non sono abbastanza belle, non sei abbastanza vicino".

Klein ha sperimentato diverse lunghezze focali durante la sua carriera, ma lui è più noto per il suo personalissimo stile, di cui avete un chiaro esempio nella foto in alto, per questo tipo di scatti utilizzava un obiettivo grandangolare. Questo è ciò che Klein ha detto circa il suo approccio nel suo libro "William Klein: Close Up":

"Io fotografo ciò che vedo di fronte a me, vado molto vicino al soggetto e uso un obiettivo grandangolare per non lasciare fuori dall'inquadratura parti di immagine."

Guardando il suo lavoro sembra di essere lì.

In un'intervista Klein spiegò perchè usava ottiche grandangolari (21 mm - 28mm) rispetto a qualcosa di più standard come faceva Henri Cartier-Bresson che usava il 50 millimetri:

"È davvero così fastidioso? In ogni caso, le distorsioni nelle foto non sono volute. Mi serve il grandangolo per inquadrare il più possibile. Scattare la foto del Primo Maggio a Mosca, con un 50mm incastrato nella sfilata come ero, sarei stato in grado di inquadrare solo la vecchia signora in mezzo. Ma quello che volevo era tutto il gruppo, i tartari, armeni, ucraini, russi, l'immagine di un impero che circonda una vecchia signora su un marciapiede!".

2. Tenere un diario fotografico

Quando Klein ha iniziato a fotografare per le strade di New York nel 1954, lo ha fatto con un atteggiamento spensierato. Ha semplicemente catturato quello che ha trovato interessante. Nel suo libro "Close Up" Klein dice:

"Prima del mio libro su New York, ero un pittore. Quando sono tornato in città nel 1954, dopo sei anni fuori, ho deciso di tenere un diario fotografico del mio ritorno. Così feci le mie prime fotografie."

Da Klein possiamo imparare l'importanza di un approccio amatoriale, non prendetevi troppo sul serio!

Essere chiamato un "dilettante" è spesso considerato un marchio negativo. Tuttavia la parola dilettante nasce dall'idea che qualcuno ha fatto qualcosa per passione, piuttosto che per i soldi, la fama o il prestigio.

Il mio diario fotografico lo trovate su Instagram, sono foto realizzate unicamente con lo smartphone, quindi con un mezzo amatoriale ma con la pretesa di voler dimostrare che anche con poco si possono ottenere risultati interessanti, questo è il link della mia galleria: http://instagram.com/marcocrupi88/#

3. Non seguite la moda, infrangete i Tabù

Klein infranse i "tabù" (che esistono tuttora in fotografia, oggi più di ieri), quando scattava potevano capitare incidenti, come foto mosse, eccessivamente granulose, ad alto contrasto, sfocate o mal composte. Tuttavia Klein riuscì ad usare questi errori a suo vantaggio. I suoi scatti non sono puliti, sterili e clinici, ma anzi, sono pieni di energia, vitalità e danno un senso di ribellione.

Naturalmente, ora guardando indietro consideriamo Klein come un visionario e un genio, tuttavia i suoi contemporanei non hanno capito né apprezzato il suo lavoro.

In un intervista del 1981 (nel suo libro Aperture Monograph), racconta quanto gli editori americani aborrivano il suo lavoro:

"Nel 1950 non riuscivo a trovare un editore americano per le mie immagini di New York... Tutti quelli a cui ho mostrato le foto esclamavano 'Questa non è New York, troppo brutta, troppo squallida e troppo unilaterale' hanno anche detto 'Questa non è la fotografia, questo è merda!'".


Klein non seguiva la moda e non si faceva condizionare dalla massa, solo per questo motivo merita tutto il mio rispetto, quando mi trovai in Polonia a fotografare con una Lubitel 166 Universal (una fotocamera del 1984) scrissi una premessa alla presentazione delle mie foto, vi consiglio di leggerla, la trovate in questo articolo: Foto con Biottica Lubitel 166 Universal - Viaggio attraverso la Polonia

4. Dare il senso del luogo

L'etnografia è un mezzo per rappresentare graficamente e per iscritto, la cultura di un popolo.

Ed il lavoro di Klein esplora e rappresenta la cultura delle persone a New York, quindi lo possiamo considerare uno pseudo etnografo. Ma cosa ha trovato nel popolo di New York degli anni '50? Per citare le sue stesse parole ha trovato "umorismo nero, assurdità e panico".

Le sue immagini di certo non sono fotografie romantiche come quelle di Henri Cartier-Bresson. Piuttosto, le sue fotografie di New York rappresentano una realtà cruda e sudicia. Esse mostrano un lato di New York che molti americani trovano ripugnante.

Quando provate a fare fotografia di reportage, non provate a realizzare solo immagini interessanti. Cercate di rendere al meglio il "senso del luogo".

5. Costanza ed energia nei progetti

Quando Klein ha iniziato a fotografare per le strade di New York negli anni '50 non pensava di pubblicare un libro o qualcosa del genere. Klein non crede nel concetto di "portare una macchina fotografica ovunque si vada". Piuttosto, egli preferisce buttarsi con impegno ed energia su un progetto.

Infatti Klein fu in grado di terminare i suoi libri in modo rapido ed efficiente. Solo poco più di quattro anni della sua vita sono stati effettivamente spesi seriamente a scattare fotografie.

Personalmente, consiglio di portare sempre con se la propria fotocamera, i motivi sono abbastanza ovvi, non c'è obbligatoriamente bisogno di iniziare un progetto per fotografare!

6. Divertitevi

Come scrissi un giorno sulla mia fanpage facebook: "Fotografare è divertimento. Se ti annoi, sei teso o arrabbiato lo stai facendo male."

La ragione per cui mi piace fare street photography è perché mi diverto. Quando sono in strada, mi sento come un bambino. La fotografia mi dà l'opportunità di esplorare e interagire con le persone. Qual è stato l'impulso principale che ha spinto Klein a scattare fotografie? Klein cita il senso del divertimento e il piacere che ha ottenuto durante le riprese per le strade:

"Stavo fotografando per me stesso. Mi sentivo libero. Fotografare è stato molto divertente per me. Ero davvero entusiasta in attesa di vedere se le immagini sarebbero venuto fuori il giorno successivo. Io non sapevo nulla di fotografia, ma ho amato la macchina fotografica."

7. Interagisci con i tuoi Soggetti

Anche se per "regola" nella Fotografia di strada si dovrebbero catturare momenti di vita quotidiana il paradosso è che alcune delle fotografie di strada più memorabili della storia sono state realizzate mettendo il soggetto in posa o come risultato dell'interazione con il fotografo. La prima fotografia di questo articolo è lo scatto più famoso di Klein "bambino con la pistola". Anche se il momento sembra crudo e sincero, la fotografia era in realtà il risultato di ciò che Klein disse al ragazzo "Sguardo da duro", il ragazzo si voltò verso di lui e gli puntò la pistola contro, rivolgendogli uno sguardo incredibilmente brutale.

Se si guarda il provino a contatto di Klein del tiro, si può vedere la fotografia successiva, il ragazzo è sorridente e in posa con uno dei suoi amici.

Io quando esco a fotografare per strada non disdegno l'interazione coi miei soggeti, capita raramente, ma quando capita mi ha sempre portato a risultati di cui sono sempre stato orgoglioso e non ritengo quello scatto "costruito" perché se riesco a immortalare la loro vera natura e a raccontare una storia allora l'obiettivo per me è raggiunto. Inoltre, è stupendo poter parlare con uno sconosciuto che il più delle volte ha una storia interessante da raccontare.

8. Non preoccuparti della Fotocamera

I fotografi hanno la brutta propensione a comportarsi spesso e volentieri come un branco di sfigati. Spendiamo un sacco di tempo sui forum a ossessionarci oltre il dovuto su questioni quali la nitidezza, bokeh e su fotocamere che la maggior parte di noi può solo sognare. Il problema è che questo modo di fare può portarci a fare più fotografia sui forum che per strada.

Klein non era molto interessato all'equipaggiamento:

"Il filtro giusto, la pellicola giusta, la giusta esposizione - non erano argomenti che mi interessavano molto. Ho avuto una sola fotocamera per iniziare. Di seconda mano con due lenti e senza nessun filtro. Quello che mi interessava era immortalare qualcosa sulla pellicola per poi passarla sotto il mio ingranditore, magari per ottenere un altro quadro."

Ho passato molto tempo sui forum di "esperti" o presunti tali, ho visto e partecipato a discussioni su fotocamere, obiettivi ecc... per farmi una cultura e capirci qualcosa, soprattutto all'inizio, ora parlare di fotocamere mi annoia a morte, l'unico risultato che ho ottenuto all'epoca è stato deprimermi perché non potevo permettermi quelle attrezzature di alto livello.

Poi con l'esperienza ho capito che per fare immagini memorabili basta poco (a livello di equipaggiamento), per esempio in queso momento sto scattando con una Kodak retina IIIC, una fotocamera del 1957, la sto usando per un mio progetto fotografico e credo la userò anche in futuro per fare street, mi sto divertendo davvero tanto e con mia grande soddisfazione sto ottenendo dei risultati degni di nota.

Pensate che Bresson ha fatto alcune delle sue immagini capolavoro nei primi anni del 1920, con una primitiva Leica a pellicola ISO 25! Ma ancora oggi ci si lamenta delle nostre fotocamere perché non sono in grado di andare al di sopra di ISO 1600. Dovremmo seguire il consiglio di Klein, ovvero di non preoccuparci tanto della fotocamera. La cosa più importante è uscire e fare fotografia!

9. Non preoccuparti della Tecnica

Molti fotografi sono letteralmente ossessionati dal corretto uso delle impostazioni tecniche. Hanno bisogno di avere la lente "ideale" per una certa situazione, per usare il diaframma e il tempo di posa "ideali". Klein ha dato il dito medio a tutto questo. È stato il maestro della sperimentazione, ha fatto tutto ciò che era non convenzionale, soprattutto quando si trattava di dettagli tecnici.

"Ho sempre amato il lato amatoriale della fotografia, fotografie automatiche, fotografie accidentali con composizioni non centrate, tagliando teste, qualsiasi cosa."

L'immagine in alto è una delle sue foto più famose, l'ha realizzata facendo tremare leggermente la fotocamera verso il basso e verso l'alto in modo tale che l'immagine desse l'impressione che la foto stresse correndo verso l'osservatore. Certamente una tecnica non convenzionale ai suoi tempi. Klein ha usato spesso tempi di posa lunghi per dare un effetto di movimento e di sfocatura alle sue foto. Alla domanda sul perché l'utilizzo dello sfocato nelle sue fotografie, Klein rispose:

"Se si guarda attentamente la vita, si vede sfocato. Scuoti la tua mano. La sfocatura è una parte della vita."

Klein non era un tecnicista, tutto l'opposto, inoltre non ha mai cercato di esserlo. Anzi, commetteva volontariamente degli errori!

"Per me, fare una fotografia era fare un anti-fotografia."

Personalmente penso che ognuno debba scegliere il proprio stile, fate quello che vi piace fare e non smettete mai di sperimentare!

10. Essere se stessi

Noi, in quanto fotografi di strada non siamo documentaristi o fotografi di reportage. Non stiamo cercando di creare immagini che tentino di mostrare una visione oggettiva della realtà. Piuttosto, le immagini che creiamo sono generalmente per noi stessi - rappresentative della nostra visione della mondo. Penso che gli street photographer debbano avere un parere circa la società che li circonda. Penso che la lotta per la ricerca di "oggettività" per fare semplicemente il proprio lavoro sia noioso e poco interessante. La street photography di Klein è molto soggettiva.

Egli racconta come ha affrontato la fotografia di strada a New York:

"A New York mi sono preso la responsabilità per le persone che ho fotografato. Sentivo di conoscerli - le persone, il loro modo di relazionarsi tra loro, le strade, gli edifici, la città. E ho cercato di dare un senso a tutto questo. Ho solo fotografato quello che ho visto anche se a dire il vero ho usato la macchina fotografica come un arma a New York."

Quando Klein visitò Tokyo, il suo approccio alla fotografia di strada fu molto diverso:

"A Tokyo la fotocamera è stato più che una maschera, un travestimento. Ho avuto solo la vaga idea di quello che stava succedendo. Non ero lì per giudicare cosa accadeva. Io ero uno straniero e alle volte mi sentivo abbastanza a disagio. Avete mai mangiato una cena ufficiale giapponese per quattro ore sulle ginocchia? Era una realtà diversa."

Bresson era quasi un semidio nel mondo della fotografia, ha fissato la maggior parte degli standard per i fotografi. Ma Klein rimase fedele a se stesso e si ribellò. Questo è quello che aveva da dire su HCB:

"Mi piacciono le foto di Cartier-Bresson, ma non mi piace il suo insieme di regole. Così le ho invertite. Penso che la sua visione della fotografia, che deve essere obiettiva, sia una sciocchezza."

Klein parla anche della percezione della realtà e continua col suo attacco "all'obiettività":

"La maggior parte delle cose che ho fatto con la fotografia sono oggi considerate accettabili, tranne forse l'uso che ho fatto del grandangolo. A me sembrava più normale dell'obiettivo da 50 mm. Si potrebbe anche dire che il 50mm è un'imposizione di un punto di vista limitato. Nessuna lente è davvero normale o giusta, perché la vita la vediamo dai nostri due occhi, mentre la fotocamera ha un occhio solo. Quindi, tutte le fotografie sono deformazioni di ciò che effettivamente vedete con i vostri occhi, non importa quale obiettivo utilizziate!"

Possiamo dire che William Klein fu uno dei fotografi di strada più ribelli della storia della fotografia, e forse anche il più ingiustamente sottovalutato.

In definitiva, non omologatevi, seguite il vostro gusto e il vostro istinto e fate quello che più vi diverte.

Ritratto - Cos'è per me...

date » 15-09-2017 18:39

permalink » url

la capacità di svelare un carattere è l’essenza di un buon ritrattista”, “un buon ritratto coglie un momento di immobilità nei flussi quotidiani delle cose quando l’interiorità di una persona riesce a trapelare” (Inge Morath)

“Ritratto è esprimere una persona mediante la sua effigie. Il ritratto, perciò, occupandosi della persona, che è una unità fondamentale di pensiero, sentimento e azione, è sempre ritratto psicologico, altrimenti la figura umana viene ridotta al rango della rappresentazione di una bottiglia o di una coppia d’uova...”.
(Renzo CHINI)

"Quando si fa il ritratto a una persona, si può assumere un’infinità di atteggiamenti verso questa persona e farle assumere un’infinità di atteggiamenti verso chi la fotografa. Non c’è ritratto più ritratto di quello dove la persona si mette lì, in posa, consapevole della macchina, e non fa altro che posare. Solitamente, quando si dice che si vuole essere naturali, non s’intende naturali verso se stessi, ma naturali verso la macchina, cioè verso il fotografo, come per ingannarli.
Invece, fotografare qualcuno mentre fa qualcosa è registrare un fatto, quindi è fare cronaca. Il ritratto in un certo senso è qualcosa di più nobile rispetto alla fotografia di cronaca, purché non ci sia nessuna reticenza, nessuna finzione verso l’operazione nel suo insieme, che deve essere la più scoperta, la più diretta possibile".
(Ugo Mulas)

ALA_7215.jpgALA_1619.jpgALA_7228.jpg

Codice Etico - Dal Blog di Sara Munari

date » 19-05-2017 17:59

permalink » url

CODICE ETICO (Dal Blog di Sara Munari)

I Fotogiornalisti e coloro che gestiscono la produzione di notizie sono responsabili e devono lavorare secondo le seguenti regole durante lo svolgimento della professione.

1.Essere preciso e completo nella rappresentazione dei soggetti.
2.Resistere dall’essere manovrati dalle opportunità fotografiche messe in scena.
3.Evitare gli stereotipi su individui e gruppi. Riconoscere e evitare di rivelare i propri pregiudizi nelle immagini.
4.Trattare tutti i soggetti con rispetto e dignità. Dare particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili e compassione alle vittime di reati o una tragedie. “Entrare” in momenti privati ​​e di dolore solo quando il pubblico necessita effettivamente di quella testimonianza.
5.Non tentare di alterare o influenzare gli eventi intenzionalmente.
6.Editando le immagini, si devono mantenere l’integrità del contenuto e del contesto. Non devono manipolare le immagini, aggiungere o modificare il suono in alcun modo se questo può confondere il pubblico.
7.Non pagare fonti e soggetti o ricompensarli materialmente per le informazioni. 8. Non accettare doni, favori o compensi da coloro che potrebbero cercare di influenzarci. 9.Non sabotare intenzionalmente gli sforzi di altri giornalisti.
Idealmente un fotoreporter dovrebbe:
1.Sforzarsi di divulgare ciò che è di interesse pubblico. Difendere i diritti di accesso a tutti i giornalisti.
2.Pensare proattivamente, come uno studente di psicologia, sociologia, politica e arte per sviluppare una visione e presentazione unica. Lavorare con avidità alla ricerca di notizie e coi mezzi di comunicazione visiva contemporanei.
3.Sforzarsi di avere accesso illimitato a tutti i soggetti, cercando alternative alle opportunità poco profonde o affrettate, cercare diversi punti di vista e lavorare per esporre anche i punti impopolari o non presi molto in considerazione.
4.Evitare di essere coinvolti politicamente, civilmente, potreste compromettere la vostra indipendenza giornalistica.
5.Sforzarsi di essere discreti e umili nel trattare con i soggetti.
6.Rispettare l’integrità del momento fotografico.
7.sforzarsi di mantenere lo spirito e standard elevati, espressi in questo codice. Nell’affrontare situazioni in cui il comportamento corretto non è chiaro, chiedere il parere di coloro che hanno più esperienza nella professione. Fotogiornalisti dovrebbero studiare continuamente la propria professione e l’etica che la guida.
Spero che chi si appresta a questa professione, lo legga o lo abbia già letto…credo serva e sia fondamentale.
Ecco il link alle regole italiane, più restrittive, ma quanto seguite? http://www.odg.it/leggi_norme

https://saramunari.blog/2017/05/19/codice-etico-del-fotogiornalismo/

Pubblicazione

date » 13-05-2017 11:26

permalink » url

In vendita su Blurb il mio libro sui paesaggi.

http://it.blurb.com/b/7939449-paesaggio-siciliano

more
cover_2.jpg (5.3 KB)

Pierre Gonnord

date » 12-05-2017 12:04

permalink » url

Ho visto per caso i ritratti di questo fotografo.
Meravigliosi.
Guardate, se potete...
https://www.google.it/search?q=pierre+gonnord+fotografo&biw=1536&bih=729&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwjvqtHji-rTAhUEahoKHcG_CIwQsAQIIg

Gonnard dice:
«Cammino alla ricerca di incontri e di altre esperienze di vita. Il ritratto nasce da un’intimità fragile e silenziosa che tenta di lottare contro l’oblio. È la “cannibalizzazione” dell’altro, della sua differenza e della nostra parte comune di umanità. La fusione, l’appropriazione, la trasfigurazione di bellezza, grazia, dignità, che ci rende un po’ più simili. E anche un po’ più eterni. Prestami il tuo viso, lasciati contemplare, ammirare, possedere, lascia che prenda la tua anima per potervi accogliere tutti noi, come gli indiani d’America che credevano di abbandonare per sempre l’intimità profonda del loro essere rubata dall’obiettivo di Edward Curtis.

Ciò che è cominciato qualche anno fa, timidamente e per caso, è oggi un vero e proprio modo di vivere. Dal mio laboratorio di Madrid, verso le case della periferia urbana e poi in questo studio ambulante sul ciglio delle strade e dei sentieri secondari.
Ho scelto l’individuo solo e anonimo, membro però di un clan sociale ben definito, profondamente radicato in una cultura ancestrale. L’individuo consapevole della propria identità proprio quando la nostra si fa sempre più evanescente. Personaggi che vengono da tribù lontane dall’epicentro e dal benessere materiale, dal rumore uniforme della nostra società urbana. Visi che brillano di una luce diversa e di una straordinaria energia. Vorrei rompere il silenzio creato intorno a loro, ma preservarne il mistero.

Esplorare quei margini (o meglio quegli “altrove”) è il mio modo di riconoscere l’importanza del silenzio costruito socialmente, ma soprattutto di rendere omaggio a quegli “Altri Noi” testimoni di un’esistenza che è loro propria e quanto mai unica. Detentori di una straordinaria forza vitale».

PhotoVogue

date » 10-05-2017 19:01

permalink » url

http://www.vogue.it/photovogue/portfolio/?id=13733

Visitate il mio profilo su Photovogue con foto e info.

Incontro con Ferdinando Scianna

date » 09-05-2017 12:20

permalink » url

Incontro con il grande fotografo Siciliano Magnum Ferdinando Scianna
presso un noto Hotel di Aci Castello.
Come sempre molto disponibile e gentile. Mi ha autografato 2 libri
e il DVD di Fotografia Italiana che lo vede protagonista.

more
DSCF7038.jpg (9.68 MB)

DSCF7038.jpg

Riflessioni sulla fotografia

date » 02-05-2017 11:45

permalink » url

L’effetto Dunning–Kruger è una distorsione cognitiva a causa della quale individui inesperti tendono a sopravvalutarsi, giudicando, a torto, le proprie abilità come superiori alla media. Questa distorsione viene attribuita all'incapacità metacognitiva, da parte di chi non è esperto in una materia, di riconoscere i propri limiti ed errori.

La creazione è la nascita di qualcosa, e qualcosa che non può venire dal nulla. Quando qualcuno crea qualcosa: un dipinto, una poesia, una fotografia, la creatività viene da un'idea, da un sentimento, da un'emozione, o da una combinazione di idee, sensazioni ed emozioni che sono in qualche modo ‘rinasce’ da tutte le nostre esperienze e prospettive .
search
pages
ITA - Informativa sui cookies • Questo sito internet utilizza la tecnologia dei cookies. Cliccando su 'Personalizza/Customize' accedi alla personalizzazione e alla informativa completa sul nostro utilizzo dei cookies. Cliccando su 'Rifiuta/Reject' acconsenti al solo utilizzo dei cookies tecnici. Cliccando su 'Accetta/Accept' acconsenti all'utilizzo dei cookies sia tecnici che di profilazione (se presenti).

ENG - Cookies policy • This website uses cookies technology. By clicking on 'Personalizza/Customize' you access the personalization and complete information on our use of cookies. By clicking on 'Rifiuta/Reject' you only consent to the use of technical cookies. By clicking on 'Accetta/Accept' you consent to the use of both technical cookies and profiling (if any).

Accetta
Accept
Rifiuta
Reject
Personalizza
Customize
Link
https://www.andrealattuca.com/blog-d

Share on
/

Chiudi
Close
loading